Provare gratittudine

Provare gratitudine

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Quante volte ti capita di provare gratitudine? Molte persone tendono con più facilità a porre la propria attenzione su emozioni, pensieri ed eventi negativi. Questo può portare a percepire le singole giornate in accezione spiacevole e quindi, arrivati alla sera, vi è la propensione a concentrarsi su cosa è andato storto: sveglia all’alba, scarsa produttività sul lavoro o nello studio, la cena da preparare, il fine settimana da organizzare...

Ma c’è un motivo per il quale notiamo molto di più le emozioni spiacevoli? Forse sì! Conosci Ekman ed i suoi studi? Paul Ekman è uno psicologo statunitense, che ha basato il proprio lavoro di ricerca sul riconoscimento delle emozioni tramite le espressioni facciali. Da tale lavoro è emerso che esistono sei emozioni riconosciute da tutte le culture del mondo allo stesso modo, e per questo motivo definite dallo stesso Ekman “universali”. Questo significa che la mia espressione di felicità, ad esempio, viene riconosciuta ovunque nel mondo come tale. Ma quali sono le altre emozioni universalmente riconosciute, oltre alla felicità?

FELICITÀ E...

Paura, sorpresa, tristezza, rabbia, disgusto. Noti qualcosa? Quattro emozioni su sei sono comunemente considerate come negative (che poi, “negativo” non è forse la parola giusta...ma ci torneremo!). La sorpresa, invece, si può identificare come un’emozione di tipo neutro, in quanto a volte può essere positiva, altre volte negativa. Quindi, va da sé che è più probabile essere sollecitati più spesso da quelle emozioni che percepiamo come spiacevoli (spoiler!).

Insomma, di nuovo il naturale funzionamento della nostra mente e del nostro corpo ci remano un po’ contro. Ma provare gratitudine è un esercizio semplice che, se messo in atto ogni giorno, tutti i giorni, ci può aiutare a far caso alle piccole cose che avvengono quotidianamente e che possono contribuire al nostro benessere.

COSA SIGNIFICA ESSERE GRATI

Non si tratta di essere estremamente eccitati, fare i salti di gioia o “andare in solluchero” (espressione che ho da poco conosciuto e che significa “sensazione e stato di grande soddisfazione, compiacimento e godimento…”, Treccani). Provare gratitudine significa semplicemente sentirsi riconoscente per l’esperienza vissuta, per quell’attimo della giornata che ci comporta una sorta di affetto verso il gesto ricevuto, il fenomeno osservato, la sensazione percepita che crea benessere.

PROVIAMOCI...

Quando è stata l’ultima volta che hai provato gratitudine per ciò che stavi vivendo o che avevi appena vissuto? È un esercizio che si può provare a fare la sera ad esempio, dopo una giornata in cui molto probabilmente siamo andati di corsa e non abbiamo fatto caso alla maggior parte degli eventi accaduti, perché presi dai propri pensieri o dagli impegni. Probabilmente in quel momento  la nostra mente non era disponibile ad osservare il momento presente. È utile, invece, avere una mente aperta, libera dal “chiacchiericcio mentale inutile” e pronta a cogliere quello che c’è (o c’è stato) e per il quale essere grati. Forse i colori del cielo al tramonto? Oppure il sorriso del* barist* dove ti sei fermat* a prendere il caffè, o ancora l’impasto della pizza lievitato che hai preparato per la tua cena. Possono essere gesti veramente piccoli e apparentemente insignificanti quelli per cui nutrire gratitudine, ma vedrai che man mano la sensazione di benessere che proverai sarà sempre più frequente, importante, intensa, unica... Prova :) 

In questo momento sento di essere grata per la mia postazione di scrittura: sono sul mio balcone, il sole mi scalda ed un vento leggero piacevole smuove le foglie degli alberi…

 


Articolo a cura della
Dott.ssa Mariana Reale
Psicologa a Pisa

Dott.ssa Mariana Reale

Psicologa

Partita IVA 02416290506
Iscritta all'Ordine degli Psicologi della Toscana con n. 9487

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